Serafino Lemmi, applicou 1970 - Teatro Dialettale Stabile della Regione Ligure/stagioni

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Serafino Lemmi, applicou 1970

recite


Serafino Lemmi, applicou
di U. Morucchio
regia di
Gianni Orsetti
interpreti :
Sandro Bobbio,  Nennele Pienovi,  Genny  Mayer, Michele Lattanzio, Franco Griggi,  Mario Dighero,

Lucia Taviani, Antonio Macri, Lino Podestà, Kiki Smeraldo, Giancarlo Migliorini

1970



LA CRITICA

Serafino Lemmi, applicato»
 di Umberto
Morucchio

La ripresa delle repliche   della commedia di Morucchio   « Serafino Lemmi, applicato »  da parte della compagnia del  circolo Mario Cappello nel la bella e rinnovata sala Ca rignano ci consente di com piere qualche osservazione sui  modo con cui il testo del  commediografo veneto (Morucchio nato nel 1892 ha ne gli anni scorsi offerto al re goviano almeno tre  lavori di un certo rilievo e precisamente «Impresa tra sporti»; «Metallurgiche Tiscornia» e «L'indimenticabile  agosto») è stato collocato  nel tessuto del dialetto ge novese.
E' ovvio che Morucchio Veneto non può « pensare in  genovese» e cioè, sul piano della resa linguistica l'apporto dell'autore si diversifica  necessariamente dalla realtà fonetica del dialetto. Il tentativo operato da Gianni Orsetti regista di «Serafino  Lemmi, applicalo» (lavoro  scritto dal Morucchio nel  1953 ed interpretato da Peppino De Filippo) ha tenuto  in giusto conto la lingua originale dell'autore senza cioè  esercitare
È quindi stata quella di'  Orsetti un'operazione « contaminativa» abbastanza cauta e che. tutto sommato è  andata in porto grazie anche ad una felice e riuscita scelta dei tipi fisici che  con i loro connotati hanno  maggiormente sciolto i pericoli della traduzione.
Ora il Morucchio nel ri prendere la vicenda del per dell'applicato Sera fino Lemmi, inguaribile in genuo che con le sue mezze  maniche osserva costernato  M camaleontismo di tanti di retti superiori ha voluto fare  opera di critica del costume  abbandonandosi però e con  una marcata compiacenza, a  temi ed a situazioni di grez za stoffa qualunquista. Esiste il senso dell'amarezza del disegno del protagonista, ama rezza che poi si perde per  strada per colpa di un congegno   estremamente sempli cistico.
Lo spettacolo, diretto come  abbiamo scritto da Gianni  Orsetti (il regista ha incar nato l'immagine di un eroe  del doppio gioco con una ele ganza e morbidezza di tocco  e con una riuscita mimica)  ci ha tra l'altro interessato per la ricerca degli oggetti  scenografici, compito questo  , svolto con esemplare esattezza da Tullio Mayer (anche  lui impegnato nei disegnare  sulla scena il personaggio del  tira a campare, personaggio  ben riuscito) il quale ha al : lineato in palcoscenico gli oggetti dell'epoca — l'azione si svolge dagli ultimi singulti  dei fascismo e passa attra verso il periodo badogliano,  l'otto settembre e la Libera zione
Una scelta (sottofondo musicale con le canzoni degli  anni quaranta) ben indirizza ta ed intelligente. Serafino  Lemmi ha trovato in Mario Dighero un accurato interpre te che ha colto le sfumature  più patetiche e le ribellioni  più generose legate allo sviluppo del testo. A noi piace  sottolineare la prova positiva di Nilo Menconi che ha saputo, nel ruolo dell'esponen te democristiano, essere mel lifluo a temperatura giusta  e quella di Sandro Bobbio  nella insinuante veste di un affarista. Nennele Pienovi, amante del «capo», Genny  Mayer, paziente sorella di Serafino, Michele Lattanzio, sfaticato usciere. Franco Griggi,  Lucia Taviani, Antonio Macri, Lino Podestà, Kiki Sme raldo, Giancarlo Migliorini, hanno irrobustito con tonificante espressività i loro ruoli.  La commedia molto applaudita sarà replicata stasera alla presenza dell'autore.

t. ci.